Lo sloveno appartiene alle lingue slave meridionali scritte in alfabeto latino ed è strettamente imparentato con il croato e con il serbo. I linguisti sono riusciti ad identificare non meno di 50 dialetti e sottodialetti in un territorio così piccolo come quello della Slovenia, ma la forma “più pura” viene considerata quella parlata nella Dolenjska nord-occidentale.
Lo sloveno ha una grammatica complessa, con sei casi per le declinazioni dei nomi e degli aggettivi, tre generi e quattro tempi verbali. Oltre al singolare e al plurale, in sloveno esiste un numero separato, il “duale”.
Le coniugazioni dei verbi e le declinazioni dei nomi presentano numerose irregolarità. L’aggettivo precede di regola il nome e non esistono articoli, per questo “il tavolo” e “un tavolo” si dirà indifferentemente “miza”.
L’alfabeto sloveno è costituito da 25 lettere. Rispetto all’alfabeto italiano non esiste la “q”, ma invece figurano la “š”, la “ž” e la “č”. Il segno che si trova sopra queste consonanti è chiamato “strešica”, ossia “tettuccio” in sloveno.
Come in altre lingue, nello sloveno non c’è sempre corrispondenza univoca tra le lettere dell’alfabeto e la loro pronuncia. La pronuncia di alcune vocali e consonanti può variare da una parola all’altra anche se nella sillabazione si utilizza la stessa lettera. L’accento non cade sempre sulla stessa sillaba e quindi bisogna imparare le pronunce delle parole una ad una.
Per quanto riguarda le consonanti, riporto le principali eccezioni di pronuncia dello sloveno rispetto all’italiano:
-c: si pronuncia /ts/;
-č: si pronuncia /c/ come in “ciliegia”;
-j: si pronuncia /ii/;
-l: si pronuncia /u/ semivocalica alla fine della sillaba o prima di una vocale, altrimenti si pronuncia /l/ come in italiano;
-lj: si pronuncia /gl/;
-nj: si pronuncia /gn/;
-r: si pronuncia più arrotata rispetto all’italiano, come la “r” spagnola;
-š: si pronuncia /sc/ come in “pesce”;
-šč: si pronuncia prima la /s/ e poi la /c/, con due suoni ben separati, come in “scervellato”;
-v: si pronuncia /u/ semivocalica alla fine della sillaba o prima di una vocale, altrimenti si pronuncia /v/ come in italiano;
-ž: si pronuncia come la /j/ francese di “déjà”.
Le vocali, invece, sono 5 e corrispondono all’italiano, ma possono presentare pronunce diverse a seconda che siano accentate o non accentate, brevi oppure lunghe. I vocabolari sloveni indicano queste differenze con degli accenti, ma nella lingua scritta questi segni non appaiono mai.
Lo sloveno ha una grammatica complessa, con sei casi per le declinazioni dei nomi e degli aggettivi, tre generi e quattro tempi verbali. Oltre al singolare e al plurale, in sloveno esiste un numero separato, il “duale”.
Le coniugazioni dei verbi e le declinazioni dei nomi presentano numerose irregolarità. L’aggettivo precede di regola il nome e non esistono articoli, per questo “il tavolo” e “un tavolo” si dirà indifferentemente “miza”.
L’alfabeto sloveno è costituito da 25 lettere. Rispetto all’alfabeto italiano non esiste la “q”, ma invece figurano la “š”, la “ž” e la “č”. Il segno che si trova sopra queste consonanti è chiamato “strešica”, ossia “tettuccio” in sloveno.
Come in altre lingue, nello sloveno non c’è sempre corrispondenza univoca tra le lettere dell’alfabeto e la loro pronuncia. La pronuncia di alcune vocali e consonanti può variare da una parola all’altra anche se nella sillabazione si utilizza la stessa lettera. L’accento non cade sempre sulla stessa sillaba e quindi bisogna imparare le pronunce delle parole una ad una.
Per quanto riguarda le consonanti, riporto le principali eccezioni di pronuncia dello sloveno rispetto all’italiano:
-c: si pronuncia /ts/;
-č: si pronuncia /c/ come in “ciliegia”;
-j: si pronuncia /ii/;
-l: si pronuncia /u/ semivocalica alla fine della sillaba o prima di una vocale, altrimenti si pronuncia /l/ come in italiano;
-lj: si pronuncia /gl/;
-nj: si pronuncia /gn/;
-r: si pronuncia più arrotata rispetto all’italiano, come la “r” spagnola;
-š: si pronuncia /sc/ come in “pesce”;
-šč: si pronuncia prima la /s/ e poi la /c/, con due suoni ben separati, come in “scervellato”;
-v: si pronuncia /u/ semivocalica alla fine della sillaba o prima di una vocale, altrimenti si pronuncia /v/ come in italiano;
-ž: si pronuncia come la /j/ francese di “déjà”.
Le vocali, invece, sono 5 e corrispondono all’italiano, ma possono presentare pronunce diverse a seconda che siano accentate o non accentate, brevi oppure lunghe. I vocabolari sloveni indicano queste differenze con degli accenti, ma nella lingua scritta questi segni non appaiono mai.
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