Un popolo non molto conosciuto ma parecchio affascinante è quello dei Canela del Maranhão, una comunità che fa parte degli Indios brasiliani. Gli studiosi discutono ancora oggi se questo popolo sia sempre vissuto in Brasile o se vi sia giunto in tempi relativamente recenti. Si crede, comunque, che i Canela abbiano vissuto vicino al mare, perché amano molto i cibi salati. Ancora oggi sono un popolo semi-nomade.
Lo Stato del Maranhão si affaccia sull’Oceano Atlantico e si trova nel nord del Brasile.
I Canela del Maranhão vivono in un luogo raggiungibile, non troppo facilmente, ma che non è stato ancora completamente trasformato dalla civiltà dei bianchi. Nei villaggi si conservano ancora la memoria e le tradizioni del passato, anche se negli ultimi anni la modernità è entrata a far parte soprattutto della vita dei più giovani, che lasciano i villaggi natii per spostarsi nelle città.
La lingua dei Canela del Maranhão appartiene al ceppo linguistico Gé, in particolare al sottogruppo etnico dei Timbira. Non sono mai stati una popolazione particolarmente pacifica: dalle testimonianze che sono giunte fino ai giorni nostri si hanno notizie di diverse lotte e guerre intentate con i popoli vicini.
I Canela del Maranhão vivono in villaggi particolari: dal vialone periferico a forma di anello sul quale sorgono le capanne partono diversi sentieri radiali che convergono al centro. Questo tipo di villaggio si chiama adeia. La forma particolare è forse un riferimento all’adorazione del Sole: l’impronta urbanistica infatti richiama il simbolo solare. Lo spazio al centro è destinato agli uomini; le donne possono accedervi solo in particolari condizioni. Il villaggio, infine, è diviso in due parti, ognuna delle quali ha le sue famiglie, i suoi clan e le sue istituzioni.
Il capo del villaggio ha diversi compiti: il principale è quello di amministrare la legge, sia nel campo civile che in quello penale. La giustizia dei Canela è ispirata al principio della conciliazione fra le parti, che è sempre ritenuto possibile, anche nei casi più gravi. Il reato più diffuso è il furto.
Il periodo d’iniziazione dell’uomo dura 10 anni. A 8 anni si entra in una classe alla quale vengono attribuiti molti doveri, che diventano via via più gravosi. Fino ai 17 anni i ragazzi devono osservare molte restrizioni: non possono sostare nella piazza con gli anziani o non possono frequentare le ragazze, per fare degli esempi. Dopo 10 anni acquistano il diritto di entrare in uno dei club della piazza, e diventano degli uomini a tutti gli effetti.
Oggi il rito di iniziazione è quasi andato in disuso, ma un tempo era molto rigoroso: l’adolescente si sottoponeva per lunghi mesi a diete strettissime per dimostrare che era in grado di resistere alle privazioni.
Per la donna non esiste invece alcuna transizione fra l’infanzia e l’età adulta: è tradizione che faccia il primo figlio appena raggiunta la fertilità. In passato quella dei Canela era una civiltà molto libera, e nemmeno le mogli erano tenute alla fedeltà verso il marito.
L’elemento base dell’alimentazione dei Canela del Maranhão sono le pannocchie. La natalità è molto alta, per sopperire ad un mortalità altrettanto elevata.
Lo Stato del Maranhão si affaccia sull’Oceano Atlantico e si trova nel nord del Brasile.
I Canela del Maranhão vivono in un luogo raggiungibile, non troppo facilmente, ma che non è stato ancora completamente trasformato dalla civiltà dei bianchi. Nei villaggi si conservano ancora la memoria e le tradizioni del passato, anche se negli ultimi anni la modernità è entrata a far parte soprattutto della vita dei più giovani, che lasciano i villaggi natii per spostarsi nelle città.
La lingua dei Canela del Maranhão appartiene al ceppo linguistico Gé, in particolare al sottogruppo etnico dei Timbira. Non sono mai stati una popolazione particolarmente pacifica: dalle testimonianze che sono giunte fino ai giorni nostri si hanno notizie di diverse lotte e guerre intentate con i popoli vicini.
I Canela del Maranhão vivono in villaggi particolari: dal vialone periferico a forma di anello sul quale sorgono le capanne partono diversi sentieri radiali che convergono al centro. Questo tipo di villaggio si chiama adeia. La forma particolare è forse un riferimento all’adorazione del Sole: l’impronta urbanistica infatti richiama il simbolo solare. Lo spazio al centro è destinato agli uomini; le donne possono accedervi solo in particolari condizioni. Il villaggio, infine, è diviso in due parti, ognuna delle quali ha le sue famiglie, i suoi clan e le sue istituzioni.
Il capo del villaggio ha diversi compiti: il principale è quello di amministrare la legge, sia nel campo civile che in quello penale. La giustizia dei Canela è ispirata al principio della conciliazione fra le parti, che è sempre ritenuto possibile, anche nei casi più gravi. Il reato più diffuso è il furto.
Il periodo d’iniziazione dell’uomo dura 10 anni. A 8 anni si entra in una classe alla quale vengono attribuiti molti doveri, che diventano via via più gravosi. Fino ai 17 anni i ragazzi devono osservare molte restrizioni: non possono sostare nella piazza con gli anziani o non possono frequentare le ragazze, per fare degli esempi. Dopo 10 anni acquistano il diritto di entrare in uno dei club della piazza, e diventano degli uomini a tutti gli effetti.
Oggi il rito di iniziazione è quasi andato in disuso, ma un tempo era molto rigoroso: l’adolescente si sottoponeva per lunghi mesi a diete strettissime per dimostrare che era in grado di resistere alle privazioni.
Per la donna non esiste invece alcuna transizione fra l’infanzia e l’età adulta: è tradizione che faccia il primo figlio appena raggiunta la fertilità. In passato quella dei Canela era una civiltà molto libera, e nemmeno le mogli erano tenute alla fedeltà verso il marito.
L’elemento base dell’alimentazione dei Canela del Maranhão sono le pannocchie. La natalità è molto alta, per sopperire ad un mortalità altrettanto elevata.
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