sabato 28 febbraio 2009

Klagenfurt am Wörthersee

Klagenfurt è il capoluogo della Carinzia, la regione federale più meridionale dell’Austria. E’ ubicata in un’ampia conca affacciata sul lago Wörthersee. Venne fondata nel XII secolo lungo il fiume Glan dal duca di Carinzia; la sua prima citazione in un documento ufficiale risale al 1192-1199.

Nel corso degli anni la sua posizione marginale si è trasformata in un punto di forza: fa infatti da ponte verso la cultura e i mercati dell’Europa medio-orientale. E’ conosciuta come la “Rosa di Wörthersee”; è il maggiore centro turistico balneare austriaco.

Secondo la tradizione la città sorgeva dove oggi si estende il lago, ma fu sommersa perché un omino aprì la sua botte. Precedentemente quest’omino aveva ammonito gli abitanti a porre fine ai loro eccessi gaudenti, ma non aveva ricevuto altro che risate di scherno. All’omino del Wörthersee fu dedicata una statua, che ancora oggi vuole dissuadere dall’ingordigia, dall’intemperanza e dagli altri peccati.

L’atmosfera particolare del centro storico è frutto soprattutto dell’operato degli architetti italiani che lavorarono duramente per conferirgli un aspetto invitante di stampo mediterraneo.

A Klagenfurt si trova l’Europapark, un’area ricreativa molto bella e affascinante. Inoltre, all’interno del parco si trova anche il cosiddetto “microcosmo sul Wörthersee”, noto anche come Minimundus. Qui si trova una collezione di edifici in miniatura che merita una visita.

Oltre al nucleo antico di Klagenfurt, anche i dintorni offrono una vasta scelta turistica: sono 24 infatti i castelli e le fortezze che cingono il capoluogo regionale sul Wörtersee.

Da visitare:
- il Palazzo dell’Assemblea Regionale;
- la Neuer Platz fiancheggiata da edifici in stile neoclassico. Un angolo della piazza è dedicato al monumento a Maria Teresa d’Austria. Qui si trova la Fontana del Lindwurm raffigurante un drago che si dice abitasse nel lago, terrorizzando e uccidendo gli abitanti della città. Oggi questo drago è diventato il simbolo di Klagenfurt;
- l’Alter Platz (la piazza vecchia), che assomiglia quasi di più ad una strada che a una piazza per la sua forma molto stretta. Qui si trova l’edificio più antico della città, il “Goldene Gans”;
- il Landhaus, uno dei maggiori edifici della città. E’ stato sede del Parlamento dell’Assemblea Generale, oggi è sede del Parlamento dello Stato federale della Carinzia;
- il Duomo, nella Domplatz, edificato nel 1581;
- il canale di Lendkana, particolarmente romantico, che collega la città al lago.

I Pigmei

In gran parte dell’Africa equatoriale vive uno dei popoli indigeni ancora poco contaminato dalla cultura Occidentale: i Pigmei. Sono da considerarsi, con i Boscimani, tra i primi occupatori umani del suolo africano. Sono presenti nella Repubblica del Congo, in Uganda, in Camerun, in Gabon, nella Repubblica Centroafricana e in Ruanda.

Descritti con il nome di Pigmei dagli scienziati, i componenti di questo gruppo umano sono dei pigmei nel vero e proprio senso della parola, a causa delle dimensioni del corpo: un pigmeo adulto non è spesso superiore a uno dei nostri bambini di sei anni. Il nome “pigmeo”, infatti, deriva da una parola greca che significa “alto un cubito”. Nonostante la loro piccolezza sono un popolo molto robusto, che vive ancora oggi di una vita selvaggia.

Le loro caratteristiche fisiche presentano capelli crespi e un colore della pelle rossastro, con labbra sottili e un naso particolarmente largo e schiacciato.

Sono un popolo di cacciatori-raccoglitori. Il compito degli uomini è quello di cacciare con arco e frecce avvelenate, l’arma tipica di questo popolo, anche se vengono usati pure arponi, lance e clave; il compito delle donne è quello di dedicarsi alla pesca, alla raccolta di bacche e radici e alla cottura del cibo. Hanno una straordinaria conoscenza della natura e dell’ambiente in cui abitano: conoscono, ad esempio, le piante curative e quelle contenenti veleno.

L’organizzazione sociale si fonda sul raggruppamento di alcune famiglie sotto l’autorità di un capo. Diversi raggruppamenti costituiscono il clan, che spazia su un determinato territorio di foresta. I matrimoni tra Pigmei sono di natura esogamica: questo significa che se un uomo vuole sposare la ragazza di un altro clan, è tenuto a dare in cambio all’altro gruppo una ragazza appartenente al suo gruppo.

I Pigmei conducono una vita semi-nomade: per questo motivo costruiscono degli accampamenti di carattere temporaneo costituiti da capanne disposte in cerchio. Le abitazioni hanno il tetto a cupola e sono fatte con rami d’albero intrecciati tra di loro e ricoperti di foglie.

La religione è politeista, incentrata sulla credenza negli spiriti. Credono che dopo la morte, l’anima del defunto trasmigri nel corpo di un elefante. Il dio principale è Kvum, il creatore e il signore di tutte le cose. Secondo la leggenda fu proprio questa entità a creare l’uomo e la donna, soffiando in una noce di cola. Secondo le loro credenze, l’arcobaleno è una manifestazione visibile di questo Essere supremo.

La situazione odierna del popolo pigmeo non è delle migliori: sono circa 250.000, ma a causa della deforestazione sono costretti a cambiare il loro habitat naturale, e questo porta ad un numero sempre più crescente di decessi.

venerdì 27 febbraio 2009

Romantische Strasse: Nördlingen

La Romantische Straβe ci porta oggi fino a Nördlingen, città situata a circa 20 km a nordovest di Donauwörth, lungo il confine tra la Baviera e il Baden-Württemberg.

La città si trova in una zona particolarmente interessante per gli studiosi di geologia: al centro della pianura del Ries, all’interno di un cratere dal diametro di 25 km scavato da un meteorite caduto milioni di anni fa.

Nördlingen è una città medievale fortificata, una delle maggiori della Germania, interessante anche dal punto di vista storico per la sua cinta muraria, intervallata da 15 torri, percorribile in tutta la sua interezza. Il carattere medievale di un tempo si è mantenuto splendidamente fino ai nostri giorni.

Da vedere:
- la chiesa tardo gotica di Saint Georg e il suo campanile, chiamato “Daniel”, alto 90 metri, simbolo della città. Si può salire fino alla sua sommità attraverso una scala a chiocciola in pietra e una successiva serie di rampe in legno che fanno venire un po’ le vertigini e un po’ di stanchezza (i gradini sono 350!), ma una volta arrivati sul balconcino che avvolge tutto il campanile il panorama che offrono la città e il paesaggio circostante ci si dimentica della fatica!;
- la Tanzhaus, la casa dei festeggiamenti della città;
- il Rathaus, il municipio, che è una delle costanti fondamentali in tutte le città che si trovano lungo la Romantische Straβe;
- lo Stadtmuseum, il museo della città, all’interno del vecchio ospedale cittadino. Qui si scopre la storia della città, che visse un momento storico particolare nel 1634, anno in cui avvenne la battaglia di Nördlingen, durante la famosa Guerra dei Trent’anni. Il museo è aperto solamente durante il periodo estivo.

Nördlingen è stata anche rappresentata sul grande schermo: è proprio in questa città che nel 1971 è stata girata la scena finale, quella dell’ascensore volante, del film “Willy Wonka & the Chocolate Factory”, del regista Mel Stuart.


Prossima tappa:
Dinkelsbühl

La mitologia celtica

Oggi si parla di…cultura celtica!

I Celti erano un insieme di popoli indoeuropei che vivevano in un’ampia zone dell’Europa che si estendeva dall’Inghilterra fino alla Spagna. Tra i vari gruppi di popolazioni celtiche troviamo i Galli e i Britanni.

La mitologia celtica è molto particolare, molto misteriosa e molto antica: è stata la prima ad essere stata scritta in una lingua comprensibile anche al popolo e non solo ai più colti.

Le numerose leggende, frutto di antiche tradizioni popolari, comprendono figure divine collegate con i fenomeni meteorologici e con quelli celesti; abbondano di guerrieri temerari che hanno compiuto gesta eroiche, di simboli della vita e della morte. Trattano temi universali, come cosmogonie e miti apocalittici.

Utili fonti di informazioni sulla mitologia celtica sono ricavabili dalle epigrafi, dalle monete, dalle statue raffiguranti le divinità e dalle citazioni fatte da altri autori nei riguardi di questo popolo. Le tombe celtiche e i teschi rinvenuti, ad esempio, ci fanno capire che le personalità importanti della comunità venivano sepolte in punti strategici perché si pensavano potessero evitare gli attacchi dei nemici e il presentarsi di epidemie.

Secondo la tradizione celtica, l’oltretomba si potrebbe trovare o oltreoceano oppure nel sottosuolo terrestre. Molte sono le descrizioni dell’aldilà contenute in libri e racconti, nelle quali usciva sempre vincitore la figura dell’eroe, che era in grado di superare dure prove.

Il poema epico celtico più famoso è il Tàin Bó Cuailnge, chiamato anche “The Tàin, “il furto di bestiame di Cooley”.

Per quanto riguarda la simbologia celtica, bisogna dire che è molto ricca: il cinghiale è il simbolo del potere maschile, gli uccelli sono associati al passaggio dalla vita alla morte, il maiale è considerato originario dell’aldilà, il toro è il simbolo della virilità e della salute e il gatto il guardiano delle porte dell’oltretomba.

Esistevano diversi tipi di divinità, quelle comune a tutto il popolo celtico e quelli legate alle realtà più locali, che proteggevano i singoli luoghi come fiumi e laghi. I depositari dei riti e dei culti celtici erano i Druidi, la classe sacerdotale, vestiti sempre di bianco e fortemente legati ai misteri della natura e all’astrologia.

giovedì 26 febbraio 2009

Cina: istruzioni per l'uso

Informazioni sulla Cina.

Per entrare in Cina è richiesto il passaporto in corso di validità e il visto d’ingresso rilasciato dall’ambasciata cinese (che si trova a Roma e a Milano). Per il visto individuale il passaporto deve avere almeno sei mesi di validità residua dalla data di ingresso in Cina con almeno una pagina intera libera e due fototessere.

Per entrare in Cina non è richiesta alcuna vaccinazione, ma se si è soggiornato in zone infette meno di 5 giorni prima di entrare nel Paese, allora bisogna essere in possesso di un certificato internazionale di vaccinazione anti vaiolo, colera e febbre gialla. Per una permanenza in Cina di oltre tre mesi, è necessario un certificato sanitario che provi l’indennità da HIV.

Per quanto riguarda il fuso orario: +7 durante l’ora solare e +6 durante l’ora legale.

La lingua ufficiale è il Mandarino, anche se esistono numerosi dialetti che variano da regione a regione. Le lingue straniere sono poco diffuse, sono poco parlate e vengono capite quasi esclusivamente nelle grandi città.

La valuta ufficiale della Cina Popolare è il Renminbi (RMB), che viene però chiamato dai cinesi Yuan. Lo Yuan è suddiviso in 10 Ioro, a loro volta suddivisi in 10 Fen. 1 Euro equivale all’incirca a 10 Yuan. L’Euro è accettato.

In Cina le mance sono necessarie.

La gamma degli alimenti è immensa e varia da regione a regione, nel Nord con sapori più delicati a base di pasta e nel Sud con pietanze più piccanti e gustose, dove il riso è l’elemento base. La bevanda tradizionale è il tè. Attenzione all’acqua: in Cina non è potabile.

Per telefonare in Cina dall’Italia bisogna comporre lo 0086 + il prefisso della città senza lo zero + il numero dell’utente. Per chiamare l’Italia dalla Cina bisogna invece digitare lo 0039 + il prefisso della città + il numero dell’utente.

La corrente elettrica è 110/220 volt. Le prese sono di tipo americano, ma solitamente gli alberghi dispongono degli adattatori.

Nelle maggiori città, come ad esempio a Pechino, c’è la metropolitana, che funziona benissimo, specialmente dopo le Olimpiadi dello scorso anno. I tram non esistono, al loro posto si trovano filobus e autobus. Un mezzo di trasporto particolare è il risciò, il mezzo più rilassante per esplorare la città.

False Friends...i falsi amici!

I false friends sono i cosiddetti “falsi amici” nella lingua inglese. Sono parole che hanno una somiglianza con parole italiane, ma un significato completamente diverso. Qua sotto ne riporterò alcuni.

- ANNOYED = infastidito, non annoiato (bored)
- ARGUMENT = discussione, non argomento (subject)

- BRAVE = coraggioso, non bravo (good)
- BLANCH = sbiancare, non bianco (white)

- COLD = freddo, non caldo (hot)
- CAMERA = macchina fotografica, non camera (room)

- DEPENDANT = familiare a carico, non dipendente (employee)
- DENT = tacca, incisione, non dente (teeth)

- EDUCATED = colto, non educato (polite)
- EVENTUALLY = alla fine, non eventualmente (if necessary)

- FABRIC = tessuto, non fabbrica (factory)
- FAME = fama, non fame (hunger)

- GRASS = erba, non grasso (fat)
- GUARD = custodire, non guardare (look)

- HEROINE = eroina, femminile di eroe, non eroina, droga (heroin)
- HORSE = cavallo, non orso (bear)

- INHABITED = abitato, non inabitato (uninhabitated)
- INFERNO = vasto incendio, non inferno (hell)

- JALOUSIE = persiana, non gelosia (jealousy)
- JOKE = scherzare, non giocare (play)

- LIBRARY = biblioteca, non libreria (bookstore)
- LAMPOON = prendere in giro, fare satira, non lampone (raspberry)

- MORBID = morboso, non morbido (soft)
- MAGAZINE = rivista, non magazzino (warehouse)

- NOTICE = annuncio, avviso, non notizia (news)
- NOVEL = romanzo, non novella (short story)

- OSTRICH = struzzo, non ostrica (oyster)
- OBSCURE = oscurare, non scuro (dark)

- PANE = lastra di vetro, non pane (bread)
- PARENT = genitore, non parente (relative)

- RAPE = stupro, non rapa (turnip)
- RETRIBUTION = castigo, non retribuzione (pay)

- SALE = vendita, non sale (salt)
- SENSIBLE = sensato, non sensibile (sensitive)

- TASTE = gusto, non tasto (key)
- TESTIMONY = testimonianza, non testimone (witness)

- URBANE = colto, raffinato, non urbano (urban)
- UNEDUCATED = poco istruito, non maleducato (ill-mannered)

- VACANCY = posto vacante, non vacanza (vacation)
- VINE = vite, non vino (wine)

- WATER = acqua, non water (wc, toilette)

mercoledì 25 febbraio 2009

Top five: Cracovia

Top five: cosa visitare a…Cracovia!

Cracovia, in polacco Kraków, è una delle città più antiche e più visitate della Polonia. E’ stata dichiarata patrimonio mondiale della cultura dall’Unesco. La città viene anche chiamata la “Roma del Nord”, a causa dell’elevato numero di monasteri e di chiese che si trovano in tutta la città.

Per visitare Cracovia in maniera economica, è possibile acquistare la Tourist Card, dalla durata di due oppure di tre giorni, che permette di viaggiare gratuitamente sugli autobus e sui tram della città, oltre che di entrare gratuitamente in più di 30 musei.

Da visitare:
1. la piazza del mercato
Questa è la più grande piazza medievale d’Europa, con una superficie di circa 400 km2. Dal 1257, anno in cui venne fondata, nella piazza sono rimasti il Mercato dei Tessuti (originariamente un luogo di commercio), chiamato skiennice, oltre che la piccola chiesa di Sant’Adalberto e soprattutto la Chiesa di Santa Maria.
Un posto, nella piazza del mercato, è riservato alla statua di Adam Mickiewicz, il più grande poeta romantico polacco.
Nell’angolo opposto alla chiesa di Santa Maria si erge invece la torre del Municipio, l’ultimo resto dell’edificio crollato all’inizio del XIX secolo.

2. la Basilica di Santa Maria
Questa imponente Chiesa venne edificata in stile gotico sulle fondamenta di un’altra chiesa, dopo che questa fu distrutta dai Tatari.
Una particolarità di questa chiesa è lo heinat, il caratteristico suono della tromba scandito ogni ora dalla torre della basilica.
E’ il più importante centro di culto della città.
Una particolarità: le due torri che la incorniciano sono diverse, quella di sinistra è più alta di quella di destra.

3. Il Wavel
Il Wavel è una collina che viene raggiunta dalla parte della corta e stretta via Kanonicza. Quest’area è occupata da un complesso che ospita alcuni edifici molto importanti: il palazzo reale; La cattedrale gotica di San Venceslao, con le tombe reali e l’enorme campana Sigismondo, che suona soltanto per annunciare gli eventi più significativi per il Paese e per la città e Il castello, dove si possono visitare le stanze reali, delle rare collezioni d’arte orientale, trofei bellici e testimonianze archeologiche della presenza cristiana sul territorio polacco da più di mille anni.

4. Kazimierz
Fino al 1880 Kazimierz era un’isola, conosciuta come il “quartiere ebraico” di Cracovia. Questo quartiere è costituito da strette viuzze, piccoli palazzi, sinagoghe e cimiteri ebraici che convivono con le chiese storiche di Santa Caterina e del Corpus Domini. Dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, questo posto fu abbandonato e per decine di anni andò in rovina. Verso la fine degli anni Ottanta, inizio degli anni Novanta, si arrivò ad una svolta per cui Kazimier conobbe un periodo di rapido sviluppo.
Kazimier è stato presentato sul grande schermo grazie al regista Steven Spielberg, che proprio qui ha girato il suo grande film “Schidler’s List”, poiché fu proprio in questo quartiere che Cracovia vide deportare la sua comunità ebrea durante gli anni dell’invasione nazista.
E’ un centro di fermento artistico ed intellettuale. Qui si trovano una gran quantità di caffè, club e gallerie all’insegna della cultura yiddish, e il museo dell’Olocausto all’interno della vecchia sinagoga.

5. Podgórze
Questo è il quartiere sulla sponda destra della Vistola, che è stato annesso alla città di Cracovia solamente nel 1915, quando le due città sui due lati del fiume si sono unite.
Nonostante la sua posizione centrale, ha un carattere particolarmente intimo e verde, oltre ad essere il luogo della città che offre i panorami più belli. Anche qui troviamo una Piazza del Mercato, che vale la pena osservare la sera, quando una delicata illuminazione la fa emergere dall’oscurità, dandole un aspetto misterioso, quasi da favola.
Qui si trova anche uno dei parchi più belli d’Europa, il Parco Bednarski, e la chiesa più antica e più misteriosa di tutto il quartiere, intitolata a San Benedetto, aperta solo una volta l’anno, il primo martedì dopo Pasqua.

Romantische Strasse: Donauwörth & Harburg

E’ giunto il momento di fare tappa, nel nostro percorso lungo la Romantische Straβe, a Donauwörth, una città bavarese che sorge su una collina alla confluenza del Danubio con il Wörnitz. Si trova circa a metà strada tra Monaco e Norimberga.

La città venne fondata con il nome di Ried nel 500, originariamente era un villaggio di pescatori, divenne città libera nel Sacro Romano Impero e fu teatro della Battaglia di Donauwörth durante la Guerra di Secessione spagnola.

Da visitare:
- il Deutschordenshaus, un antico monastero dell’Ordine Teutonico risalente alla fine del 1100;
- la Liebfrauenmünster (Basilica di Nostra Signora), in stile gotico, risalente al 1444;
- il Kloster Heilig Kreuz (monastero di Santa Croce), in stile tardo-barocco settecentesco, edificato nel 1040, con una particolare cupola in stile rococò;
- il Käthe-Kruse-Puppen-Museum, un museo che espone bambole d’epoca;
- la Reichsstraβe, spina dorsale del centro storico, in fondo alla quale si intravede il Rathaus, risalente all’anno 1236.



Proseguendo lungo la Strada Romantica si arriva ad Harburg, un borgo che si affaccia sempre lungo il fiume Wörnitz.

La particolarità di questa cittadina sono le case medievali a traliccio, molto caratteristiche.

Da visitare:
- il Burg, il castello che dall’alto della collina domina su tutta la città; è un complesso medievale risalente all’XI / XII secolo visitabile all’interno. Più che un castello vero e proprio sembra un piccolo borgo fortificato, mantenuto in uno stato davvero eccellente;
- la chiesa protestante di Santa Barbara;
- il Rathaus, posto nella Marktplatz (la piazza del mercato).



Prossima tappa: Nördlingen

martedì 24 febbraio 2009

Finlandia: istruzioni per l'uso

Informazioni sulla Finlandia.

La superficie totale della Finlandia è di 338.000 metri quadrati, ma ha solamente 5.3 milioni di abitanti. Per questo è uno dei paesi meno densamente popolati in Europa.

La Finlandia è conosciuta come la terra dei mille laghi. In realtà ne ha molti di più: 187.888 laghi per l’esattezza. E non è finita qui: ha anche 5.100 fiumi, ben 179.584 isole e l’arcipelago più grande e pittoresco d’Europa.

Oltre il 90% della popolazione parla finlandese, quasi il 6% considera lo svedese la propria lingua, mentre 1.700 Sami parlano il proprio idioma. L’inglese è conosciuto dalla maggior parte degli abitanti, così come altre lingue europee come il tedesco.
Nella Finlandia settentrionale e orientale la neve è garantita ogni inverno per più mesi. La temperatura media per il mese più rigido è di -3°C nel sud e -15°C in Lapponia, ma può anche scendere drasticamente anche sotto i -30°C. Il clima è però molto secco, quindi il freddo risulta abbastanza accettabile se ci copre e ci si veste a strati.

La zona più settentrionale della Finlandia si trova sopra al Circolo Polare Artico. Ciò significa che gode di un lungo periodo di kaamos, un parola finlandese che indica il magico alternarsi tra il blu della notte e il chiarore del crepuscolo, che è una caratteristica unica dell’inverno nordico.

Nel pieno dell’inverno, a dicembre e gennaio, le giornate sono brevi in tutta la Finlandia e il sole è molto basso all’orizzonte, anche a mezzogiorno. Da metà aprile è soleggiato per 14/15 ore nella Finlandia meridionale e 16 ore nella zona settentrionale.

L’aurora boreale è un fenomeno luminoso visibile nel cielo artico nelle notti limpide. Questo spettacolo è causato dai venti solari che interagiscono con il campo magnetico della terra. Il periodo migliore per assistere al fenomeno va da settembre a ottobre e da febbraio a marzo. E’ praticamente impossibile predire l’avvistamento dell’aurora boreale, cosa che rende lo spettacolo ancora più magico.

I piatti tradizionali finlandesi prevedono spezzatini, paste salate e dolci diversi da regione a regione. Le foreste finlandesi offrono abbondanti quantità di bacche fresche e funghi, mentre i laghi sono ricchi di ottimo pesce come il salmone. Al nord bisogna assolutamente provare la carne di renna con i mirtilli rossi, una specialità locale molto apprezzata dai turisti.

In Finlandia la sauna è un elemento fondamentale della cultura: ce n’è una ogni tre abitanti. In molti considerano la sauna il modo migliore al mondo per rilassarsi. L’ideale per concludere questa esperienza è un bagno o una doccia fredda.

Il Carnevale a Nizza & New Orleans


E’ tempo di Carnevale anche in Francia, dove la città per eccellenza del Carnevale è Nizza. Le origini di questa festa sono parecchio antiche: le prime testimonianze risalgono addirittura alla fine del 1200; il Carnevale si sviluppò in diverse forme fino a quando Napoleone non lo sospese per qualche anno, ma in onore del Re di Savoia, Carlo Felice, venne reso nuovamente legale. Il Carnevale “moderno”, così come lo intendiamo noi, risale invece al 1873.

Tutti i giorni, escluso il sabato, nei giardini Alberto I si svolgono delle feste che attirano sempre migliaia di turisti, ma la parte più attesa è sicuramente quella della sfilata, che si svolge il Martedì Grasso, con circa una ventina di carri che vengono accompagnati da un corteo di figuranti in maschera. Da vedere anche la “battaglia dei fiori”. I fiori sono un elemento indispensabile del Carnevale di Nizza: vengono usati per decorare i giganteschi carri e ragazze e ragazzi dagli stravaganti travestimenti li lanciano alla folla durante la sfilata. Il fiore più importante è la mimosa, il simbolo della città. I festeggiamenti si concludono il martedì sera, quando viene fatto il rogo di Re Carnevale e inizia lo spettacolo pirotecnico.

Quest’anno il Carnevale di Nizza si celebra dal 13 febbraio fino all’1 marzo. Il tema di tutta la sfilata è “il Re dei Creduloni”.



Nel Nuovo Continente, invece, uno dei Carnevali più famosi è quello di New Orleans, la Venezia del Nord, che parte il giorno dell’Epifania e termina il giorno del Martedì Grasso, che quest’anno cade il 24 febbraio.

Le sue origini sono più recenti rispetto a quelle di Nizza: risale al 1827, quando si ebbe la prima Mardi Gras celebration. Da quel momento, è una delle feste più pazze del mondo, tutti gli abitanti della città vi partecipano, lasciandosi andare agli eccessi di Bacco e di Venere.

Anche in questo caso la sfilata è il momento culminante del Carnevale: è tradizione lanciare sulla folla collane di perle e monete in alluminio colorato. D’obbligo è una visita al Quartiere Francese, dove sfilano le maschere più belle di tutta New Orleans. La trasgressione, in ogni caso, la fa sempre da padrone.

La torta di Carnevale di New Orleans è chiamata King’s cake, ed è preparata in onore dei Re Magi. Al suo interno si deve mettere una raffigurazione di un bambino di metallo o di plastica. Chi dovesse trovarla all’interno della sua festa, è tenuto a fare a sua volta una torta e ad offrirla ai suoi amici.

I colori tradizionali del Martedì grasso sono l’oro, il viola e il verde. L’oro raffigura il potere, il viola simboleggia la giustizia e il verde sta per la fede.

lunedì 23 febbraio 2009

Romantische Strasse: Augsburg

Il nostro tour lungo la Romantische Strasse ci porta finalmente a Augsburg, meglio nota in italiano come Augusta. Questa è la terza città più grande della Baviera, la più antica dopo Treviri: venne infatti fondata nel lontano 15 a.C. dall’imperatore Augusto lungo la via Claudia. La città è sede vescovile della diocesi cattolica di Augsburg. Sorge alla confluenza dei fiumi Lech e Wertach, è un centro industriale molto attivo specialmente nel campo tessile e automobilistico.

Da visitare:
- il Duomo “Mariä Heimsuchung”, fondato nel 900. Di particolare valore gli affreschi del periodo romanico e gotico, la facciata con le due torri campanarie gemelle, le più antiche vetrate della Germania (risalenti al 1130) e la cripta, che risale al decimo secolo;


- il Rathausplatz, la piazza del Municipio, del XVII secolo. E’ ritenuto uno dei capolavori dell’architettura del Rinascimento. In questa piazza si trova anche la statua in onore di Cesare Augusto, la Perlachturm, una torre romanica del XII secolo oltre che naturalmente al Municipio vero e proprio, al cui interno vale la pena visitare la Goldener Saal, la sala d’oro;

- la Fuggerei, un quartiere circondato da mura all’interno di Augusta. Venne fondato ad opera di Jakob Fugger il Giovane nel 1514, per gli abitanti poveri (e cattolici) della città. Affinché queste persone smettessero di chiedere l’elemosina, Fugger offrì loro una grande possibilità: un alloggio e un lavoro semplice, ma che potesse permettergli di ricevere un salario e vivere una vita più dignitosa. Grazie a questa idea, la prima in campo di “edilizia sociale”, vennero creati quasi 150 appartamenti, il cui affitto di 1 fiorino all’anno era puramente simbolico (anche oggi viene rispettato questo equivalente in euro per gli abitanti indigenti, cattolici e nati ad Augusta). La Fuggerei si espanse a tal punto da comprendere anche diverse strade, piazze e una piccola chiesa, tanto da diventare una piccola città nella città. Nonostante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, è stata ricostruita esattamente uguale all’originale;

- la Maximilianstraβe, la via principale di Augusta, che parte dalla Rathausplatz e termina nella Urlichsplatz. Oltre a diversi negozi e luoghi di ristoro, si trovano lungo questa via anche numerosi palazzi appartenuti alle famiglie più ricche della città, uno tra tutti quello della famiglia Fugger del ‘500.


Prossima tappa: Donauwörth & Harburg

L'alfabeto russo

Il russo è da un po’ di tempo a questa parte la mia passione… Per iniziare a studiarlo, però, bisogna conoscere a fondo l’alfabeto cirillico.

Il russo si scrive, infatti, in caratteri cirillici. Questo tipo di alfabeto non deriva da quello inventato da Cirillo e Metodio, come invece molti credono. Questi due fratelli hanno invece inventato l’alfabeto glagolitico, per poter evangelizzare i popoli slavi, che nel IX secolo d.C. non avevano ancora creato un modello di scrittura. L’alfabeto cirillico è stato inventato invece dalla scuola di Ocrida, probabilmente da San Clemente.

Nelle lingue originali è chiamato АЗБУКА, dall’antico nome delle prime due lettere, le nostre “a” e “B”. Viene utilizzato, oltre che per scrivere in russo, anche per scrivere nelle varie lingue slave come il bielorusso, il bulgaro, l’ucraino e il serbo.

Nel corso dei secoli questo alfabeto ha subìto diverse modificazioni, sia per quanto riguarda la pronuncia che per quanto riguarda la scrittura.

Le lettere dell’alfabeto russo sono 33, di cui 10 sono vocali e 2 sono “lettere mute” e c’è corrispondenza tra scritto e pronuncia, come nell’italiano. L’ultima versione è quella che è stata adottata dopo la Rivoluzione del 1917. Solo cinque lettere sono identiche al nostro alfabeto. C’è infine un’ulteriore differenziazione tra stampatello e corsivo, ma di questo ce ne occuperemo un’altra volta.

L’alfabeto (con la pronuncia) è dunque il seguente:
- А /a/
- Б /b/
-В /v/
-Г /gh/ (dura come in “gatto” o “ghianda”)
-Д /d/
-Е /je/
-Ё /jo/
-Ж /sg/ (come la “j” francese di “jolie”)
-З /z°/ (dolce come in “rosa)
-И /i/
-Й /j/ (“I” semivocalica, pronunciata brevemente)
-К /k/
-Л /l/ (leggermente più marcata rispetto alla “l” italiana)
-М /m/
-Н /n/
-О /o/
-П /p/
-Р /r/
-С /s/ (sonora come in “sole)
-Т /t/
-У /u/
-Ф /f/
-Х /h/ (“h” aspirata come in toscano, o come nel tedesco “buch”)
-Ц /z/ (dura come in “zucchero”)
-Ч /ch/ (come in “cielo”)
-Ш /sh/ (come in “sciame”)
-Щ /shch/ (come in “sciame”, solamente prolungata e accentuata)
-Ь (è un segno dolce, non si pronuncia)
-Ы /i/ (stretta, come nel francese “une”)
-Ъ (è un segno duro, non si pronuncia)
-Э /è/ (aperta, si pronuncia come una “e” grave)
-Я /ja/

domenica 22 febbraio 2009

Romantische Strasse: Landsberg am Lech

La sesta tappa del nostro tour lungo la Romantische Strasse ci porta a Landsberg am Lech, una cittadina molto pittoresca che sorge sulla riva del fiume Lech, sempre in Baviera.

La città è sorta all’incrocio di due vie romane: la via del sale e la via Claudia. Ancora oggi è chiaramente visibile il suo passato di importante città medievale, con le torri imponenti e le fortificazioni che seguono quasi tutto il perimetro della città.

La città divenne nota ai più nel 1923, quando nelle sue prigioni venne carcerato Adolf Hitler. Fu qui che il futuro dittatore scrisse il “Mein Kampf”, “la mia battaglia”, a seguito del putsch di Monaco.

Per accedere al cuore della città, la Hauptplatz, ossia la piazza principale, bisogna passare sotto la Bayertor, una porta-torre di origine medievale veramente bella. Nella piazza si possono poi ammirare il Rathaus (il municipio), la Schmalzturm (una torre) e la fontana Marienbrummen.

L’impronta di Zimmermann, architetto e borgomastro residente nella città, è particolarmente presente, così come a Wieskirche. E’ grazie a lui che oggi possiamo ammirare gli edifici in stile rococò che si trovano nel centro storico, ma anche la Johanniskirche e la Heilig-Kreuz-Kirche, una chiesa molto caratteristica che venne costruita per l’ordine dei Gesuiti.

Sulla riva sinistra del fiume Lech si trova una delle torri più belle che si possono incontrare lungo tutto il percorso della Romantische Strasse: la Mutterturm, una torre di 30 metri che fu fatta erigere alla fine dell’Ottocento dal pittore von Herkomer a ricordo della madre. L’interno, adibito a museo contenente le opere dell’artista, è oggi visitabile.

Due sono le festività importanti di Landsberg am Lech: la prima è la D’Landsberger Wies’n, che si svolge ogni anno nel mese di giugno, in cui si riprende l’atmosfera dell’Oktoberfest di Monaco: qui, però, si preferisce il vino alla birra! La seconda, invece, è la Ruethenfest, che si svolge ogni quattro anni: i bambini mettono in scena la storia della città indossando i costumi tipici del passato.


Prossima tappa: Augsburg.

Top Five: Barcellona

Top five: cosa visitare a…Barcellona!

Barcellona è la seconda città della Spagna, nonché la capitale della Catalogna. E’ una città che conserva gelosamente la propria cultura e le proprie tradizioni, la al tempo stesso riesce ad aprirsi ai turisti di ogni nazionalità.
E’ una delle mie città preferite, senza dubbio: calda, allegra, piena di vita, accogliente… Di cose da vedere ce ne sarebbero altro che cinque, ma queste sono quelle che mi hanno più colpito:

1. LA SAGRADA FAMILIA
Questa è una delle opere più famose di Barcellona, oltre che una delle opere più importanti di Gaudì. Nel 1883 gli venne affidato l’incarico di costruire una chiesa monumentale, una basilica Cattolica Romana, finanziata però dal popolo. Il progetto prevedeva la fine dei lavori nel 1910, ma ancora oggi è un cantiere aperto, anche a causa del passaggio dei lavori da un architetto a un altro senza troppa continuità. Il nome originale è “Temple Expiatori de la Sagrada Familia”.
Tutta l’opera è permeata di simbolismi mistici cristiani, come ad esempio il numero delle torri: oggi sono solamente otto, ma il progetto originale ne indica dieci in più, dodici per gli apostoli, quattro per gli evangelisti, una per la Madonna e una per Gesù, la più alta. Un altro simbolismo evidente è l’entrata divisa geometricamente in tre parti, ognuna delle quali rappresenta le tre virtù cristiane: la Speranza, la Fede e la Carità.
Oggi sono in fase di costruzione le navate centrali. Si prevede che i lavori possano finire attorno al 2020.
Entrare all’interno della Sagrada Familia lascia senza parole, sia per la magnificenza dell’opera, sia perché non assomiglia proprio a una chiesa ma piuttosto ad un cantiere aperto. A molti può deludere la visione di blocchi di pietre, pontili, sacchi di cemento… Ma questo è anche un po’ il suo fascino, e uno dei motivi della sua celebrità in tutto il mondo!
Per visitare la Sagrada Familia: da ottobre a febbraio le visite sono consentite dalle 9.00 alle 18.00, da marzo a settembre dalle 9.00 alle 20.00. L’entrata costa 8 euro, e serve a finanziare i lavori di completamento della basilica.

2. LE RAMBLAS
Le ramblas sono uno dei luoghi più famosi al mondo per quanto riguarda il passeggio, o lo struscio, o le vasche, come si dice in alcuni luoghi d’Italia. Si tratta di una strada stracolma di gente, sia di notte, sia di giorno e per percorrerla tutta occorrono anche delle ore. Bisogna stare sempre molto attenti a tenere la destra per non urtare le centinaia di migliaia di turisti che vanno in senso opposto, ma nonostante questo si riescono comunque ad osservare i numerosi artisti di strada (in particolar modo i mimi, ce n’è uno ad ogni passo!, e i pittori), i negozi, le bancarelle con i fiori, i giornalai, i venditori di uccelli, i ristoranti e i bar…
Un percorso ideale inizia da Plaça de Catalunya e termina al Porto Antico.

3. IL MONTJUÏC
Da questo piccolo monte ebraico alto 212 metri, nei pressi del porto, si ha una splendida vista su tutta Barcellona. Alla sommità si trova il Castello del Montjuïc, in passato una fortezza militare che controllava l’entrata a Barcellona dal mare, di origine medievale, oggi un museo militare. Qui si trovano anche l’Anello Olimpico con il famoso Stadio, il Museo Nazionale dell’Arte catalana, il giardino botanico con più di 600.000 piante e il Palacete Albeniz, residenza d’onore della famiglia reale spagnola. Di grande importanza anche il Poble espanyol, la ricostruzione di un piccolo paesino medievale davvero caratteristico, con negozi di artigiani, ristoranti e una piazza.
Per arrivare al Montjuïc a piedi oppure grazie alla teleferica, dalla quale si gode un magnifico paesaggio.

4. IL BARRIO GOTICO
Raggiunta quasi la metà della Rambla, si può accedere al Barrio Gotico, il quartiere antico di Barcellona, sviluppato dai Greci prima e dai Romani poi. Il nome deriva dalla presenza al suo interno di splendidi monumenti gotici. In questo quartiere si svilupparono personalità importanti come quelle di Picasso, Dalì e Mirò.
I principali edifici pubblici sono il Palazzo Reale, la Cattedrale di Sant’Eulalia, la patrona di Barcellona, simbolo del quartiere, il Municipio e la sede del Parlamento Autonomo della Catalogna, il Palau de la Generalitat. La piazza più importante, nonché centro del quartiere, è quella del Rei, con accanto l’imponente torre Mirador de Mar. Qui si trova anche l’unica chiesa in stile gotico-catalano perfettamente finita, è quella di Santa Maria del Mar. Per gli amanti dell’arte, da non perdere il Museu d’historia de la Ciutat, dove è possibile visitare com’era Barcellona ai tempi romani e medievali.

5. IL PARC GÜELL
Questo rappresenta una delle opere compiute di Antoni Gaudì, risalente agli anni ai primi anni del secolo passato.
Il progetto iniziale prevedeva che venisse realizzata una “città giardino” con 60 ville, ma purtroppo per mancanza di fondi ne vennero costruite solamente due, una delle quali divenne la casa dell’artista e della sua famiglia. Qualche anno più tardi il comune di Barcellona propose a Gaudì di sovraintendere ai lavori per far diventare il Parc Güell un parco pubblico.
Di grande impatto la scalinata ornata dal dragone diventato ormai famoso in tutto il mondo, la Sala delle Colonne, le fontane, le grotte e le colonne.

giovedì 19 febbraio 2009

Romantische Strasse: Rottenbuch und Schongau

Dopo Neuschwanstein, Hohenschwangau e Wieskirche, è il momento di altre due città che fanno parte della Romantische Strasse: Rottenbuch e Schongau.

Iniziamo con Rottenbuch, una piccola cittadina le cui origini risalgono all’anno 1000, quando in questo territorio venne fondata l’abbazia agostiniana di Rottenbuch. E proprio l’abbazia è una delle cose da visitare assolutamente in questa città: vi si possono trovare una mescolanza di stili, dal romanico al gotico, molto interessante.
Da vedere, anche la chiesa Mariä Geburt, in puro stile rococò germanico.
La prima domenica di novembre a Rottenbuch si svolge la “cavalcata di San Leonardo”: decine di uomini rendono omaggio a San Leonardo, il protettore del bestiame con una cavalcata che fa accorrere i turisti da tutta la Germania.

Schongau, invece, è una città più grande di Rottenbuch, dall’aspetto tipicamente medioevale, circondata da possenti mora con tanto di torri (oggi ne esistono ancora cinque) e porte d’accesso. La posizione la rende ancora più suggestiva: si trova su una collina lungo il fiume Lech; questo le permise di diventare, in passato, un crocevia importante nei traffici commerciali.
Nel centro storico, da visitare: l’Altes Rathaus, il vecchio municipio, e la Marienplatz, circondata da case tardo-gotiche.
Vale la pena percorrere un altro paio di chilometri e andare a visitare anche l’antico insediamento di Schongau, ossia l’Altenstadt, la città vecchia. Qui è la chiesa di Saint Michael che attira la maggior parte dei visitatori, una basilica romana tra le più antiche di tutta la Germania meridionale.


Prossima tappa: Landsberg am Lech

I matrimoni nel mondo!


I matrimoni non si svolgono nello stesso modo in tutto il mondo…

In GIAPPONE il matrimonio tradizionale è di tipo scintoista. Gli sposi devono indossare un kimono (la sposa ricamato, lo sposto di tipo tradizionale) e devono bere tre volte ciascuno da tre ciotole diverse contenente sakè e riso. I matrimoni avvengono nei santuari shintoisti, gli “jin-ga”, e sono celebrati da un sacerdote. Lo sposo deve recitare una breve invocazione e successivamente pronunciare il suo nome seguito da quello della sposa. Entrambi devono poi offrire una pianta sempreverde alle divinità, in segno di sincerità riguardo le proprie intenzioni. Infine, si arriva al rito dello scambio degli anelli, dopodiché i due sono effettivamente marito e moglie.

In POLINESIA il matrimonio è un’esperienza molto romantica e affascinante. Gli sposi arrivano sulla spiaggia su due canoe tradizionali decorate con un’infinità di fiori. Lo sposo sarà accolto da ballerini e da suonatori di ukulele; la sposa verrà prese in consegna dalle donne del villaggio che la aiuteranno a prepararsi per la cerimonia. A celebrare il rito è il maestro di cerimonia, che ha il compito di vestire gli sposi con il pareo tradizionale, e di porre sulle loro teste delle corone di fiori freschi. Il tutto si svolge nel “marae”, il tempio tahitiano fatto di pietra.

In VIETNAM le nozze sono particolarmente sentite. Il tutto si svolge in diverse tappe: i genitori devono, innanzitutto, incontrarsi e dare la loro approvazione perché i ragazzi possano iniziare a frequentarsi e a conoscersi. Una volta che è appurato che si piacciono, si fidanzano. I genitori si rincontrano quindi per parlare del matrimonio vero e proprio: tutte le spese saranno a carico della famiglia dello sposo. Il terzo passo comporta la visita dei genitori dello sposo nella casa della futura sposa, per offrire dei doni tradizionali simbolo di prosperità e di fertilità. I due promessi sposi si riuniscono quindi davanti all’altare per pregare i loro antenati di essere sostenuti durante il loro cammino insieme. Dopo una decina di giorni si celebra il matrimonio vero e proprio. Al termine, tutti i parenti della sposa la accompagnano a casa del marito, tranne la madre, perché altrimenti la ragazza soffrirebbe quando se ne dovrebbe andare.
Il colore che predomina nei matrimoni vietnamiti è il rosso, a partire dall’abito della sposa fino ai regali e alle decorazioni. E’ vietato vestirsi di bianco, perché in questo Paese è il colore del lutto.

In TIBET dominano i colori sgargianti: il rosso, il blu, il giallo, il verde e il bianco. Questi sono anche i colori dei nastri appesi davanti alla porta dello sposo, dei nastri che vengono cuciti sull’abito della sposa e dei nastri che agitano i partecipanti alla cerimonia.
Per dichiararsi, i giovani tibetani rubano il cappello alle ragazze; le giovani tibetane, invece, regalano un loro gioiello ai ragazzi. Se le ragazze accettano indietro il cappello, e se i ragazzi accettano un monile come regalo, il fidanzamento è sancito.
I genitori della sposa offrono un ricevimento per i parenti e gli amici, i genitori dello sposo offrono un banchetto in onore invece delle accompagnatrici della sposa.
La cerimonia si svolge in casa, dove i monaci recitano preghiere e i due giovani rendono omaggio al Cielo e alla Terra. Alla fine, la donna deve bere da un barile di latte e riceve le chiavi della famiglia del marito.
Alla coppia di promessi sposi c’è un solo regalo che non si deve proprio fare: un paio di scarpe, che sono ritenute simbolo di separazione.

In RUSSIA, infine, la cerimonia non è così diversa da quella italiana. Il colore dell’abito della sposa è però tradizionalmente blu, anche se ultimamente ci si è avvicinati molto alla cultura occidentale, e si iniziano a vedere anche abiti da sposa bianchi. Durante la celebrazione i due sposi devono tenere in mano delle candele. I testimoni sono due, uno per la sposa e uno per lo sposo. La particolarità è che non devono essere né sposati né fidanzati. Il testimoni partecipano attivamente al cosiddetto “riscatto della sposa”, una delle tradizioni ancora in voga nei matrimoni russi. La donna attende con la sua testimone l’arrivo dell’uomo con l’altro testimone: per poter andare via insieme, lo sposo dovrà pagare un riscatto, in denaro oppure in cibo e bevande.
Un’altra tradizione vuole che prima del banchetto, una delle due suocere getti del pane e del sale sulla neocoppia: chi verrà toccato dal pane avrà il diritto di assumere il comando nella vita famigliare.
Evitare di regalare delle posate: secondo la cultura popolare porta male!

mercoledì 18 febbraio 2009

Romantische Strasse: Wieskirche


La terza tappa del nostro itinerario lungo la romantische strasse ci porta a Wieskirche, un importante santuario della baviera, che sorge su un’altura tra Füssen e Oberammergau.

La leggenda narra che due monaci decisero di realizzare, in occasione della processione del Venerdì Santo, una statua che raffigurasse il Cristo flagellato. La popolazione, però, rimase sconvolta e traumatizzata alla vista del Signore insanguinato e sofferente, e per un po’ la statua venne lasciata in un luogo dove nessuno potesse vederla. Il 14 giugno del1738, però, alcune testimonianze affermano che sul volto della statua siano comparse delle lacrime: tutti gridarono al miracolo, la voce si espanse e i pellegrini tedeschi e non solo arrivarono da ogni parte per vedere questa statua.

Le origini della chiesa, un gioiello dell’architettura barocca tedesca, risalgono al 1730, quando si decise che era necessario costruire una cappella dove custodire degnamente il Cristo flagellato, poiché fino a quel momento si trovava all’interno di una masseria, luogo non consono per un’opera religiosa. Dall’idea della cappella si passò poi all’idea di una chiesa vera e propria, per poter accogliere tutti i pellegrini che venivano in visita.

In questa chiesa ciò che domina l’aspetto artistico e architettonico è lo stile rococò; all’interno troviamo inoltre diversi stucchi e decorazioni molto pregiati, merito del lavoro dei fratelli Zimmermann.

Oggi la chiesa è dichiarata patrimonio culturale dell’umanita dall’Unesco, è visitabile tutti i giorni, dalle 8 fino alle 17 durante i mesi invernali, dalle 8 alle 19 nei mesi estivi. Ci si può arrivare in macchina, ma i pellegrini preferiscono lasciare l’auto a Steingaden e attraversare il sentiero che porta direttamente a Wieskirche a piedi, per una durata complessiva di circa un’ora.

sul sito ufficiale,
www.wieskirche.de, è possibile controllare se durante il vostro soggiorno in Baviera sono in programma dei concerti in questa chiesa. Per la bellezza e l’atmosfera del posto ne vale davvero la pena!


Prossima tappa:Rottenbuch & Schongau





Carnevale in Danimarca & in Grecia


Periodo di carnevale in tutto il mondo! Oggi vediamo come si festeggia in Danimarca e in Grecia.

In questo Paese il carnevale è una delle ricorrenze più importanti di tutto l’anno e viene festeggiata soprattutto da e per i bambini, in particolar modo durante la giornata del venerdì. Si svolge durante il periodo della Pentecoste, intorno alla fine di maggio.

Il carnevale più importante di tutta la Danimarca è quello che si svolge nella capitale, a Copenhagen, dove accorrono migliaia di visitatori per assistere alle parate dei carri allegorici, alle esibizioni di samba, ai diversi spettacoli che animano la città.

I costumi dei partecipanti al carnevale sono tutti inerenti al tema che si è scelto, che varia ogni anno. Una consuetudine è quella di eleggere il Re del carnevale, che apre la strada a tutti i visitatori verso il Kinderparken, dove tra balli e spettacoli, si festeggia per tutta la notte.

Un’altra importante sfilata, oltre a quella per le strade, è la sfilata sull’acqua: diverse barche colorate e abbellite risalgono il canale che attraversa Copenhagen.

In Grecia, invece, il carnevale viene chiamato “Apokries” e dura dalle due alle tre settimane prima dell’inizio della Quaresima. E’ molto festeggiato in tutte le principali città greche poichè porta un’ondata di allegria e di buon umore. Si mascherano sia bambini che adulti, che si riversano per le strade a tirarsi coriandoli colorati.

La città dove è più sentito è sicuramente a Patrasso. Tutto inizia con l’apparizione della “Regina del Carnevale”, seguita dalle sfilate dei carri, da spettacoli di musicisti e danzatori da fuochi d’artificio e dalla tradizionale battaglia della cioccolata, durante la quale alcune ragazze in costume gettano dall’alto di alcuni carri dolci a tutto il pubblico. Un’altra particolarità del carnevale di Patrasso è il corteo della Bourboulia, composto solo ed esclusivamente da donne, che si travestono fino a diventare irriconoscibili. Il Re Carnevale parla alla folla alla fine dell’ultima domenica di carnevale, per ringraziare tutti coloro che sono accorsi ad assistere all’evento e per rinnovare l’invito per l’anno seguente.

La maschera principale di questo carnevale è il “Domino nero”, di origine veneziana.

martedì 17 febbraio 2009

Romantische Strasse: Hohenschwangau


Hohenschwangau (in tedesco, Schloss Hohenschwangau) è la seconda tappa del nostro tour lungo la Romantische Straβe.

Questo castello romantico venne costruito in 4 anni, dal 1832 al 183, in stile neogotico. E’ considerato un gioiello del romanticismo tedesco del sud della Baviera, ai confini con l’Austria.Dalla sua sommità si può vedere l’altro famoso castello della zona, quello di Neuschwanstein.

Fu un centro del Minnesang (la lirica d’amore cortese), fu nelle mani dei cavalieri di Schwangau che combatterono a fianco dei guelfi, fu la dimora di Corradino, l’ultimo degli Hohenstaufer, ma nel XVI secolo, dopo essere stato abbandonato, andò in rovina. Il padre di Ludwig II, Massimiliano II, decise di restaurarlo completamente e di farne diventare fortezza reale, utilizzata per le vacanze estive.

E’ visitabile da aprile a settembre dalle 9 alle 18, mentre nei mesi da ottobre a marzo dalle 10 alle 16. Anche per questo castello i biglietti si acquistano al Ticketcenter a valle, sempre con la possibilità dell’offerta comprendente anche il castello di Neuschwanstein. Per la salita si può prendere una romantica carrozza (le file però sono molto lunghe), oppure procedere a piedi per una ventina di minuti.

Hohenschwangau è considerato uno dei castelli del re Ludwig II anche se non fu costruito da lui bensì dai suoi genitori- Qui il re trascorse quasi interamente la sua infanzia e la sua adolescenza in maniera molto felice e spensierata, forgiando il suo carattere e il suo spirito in maniera indelebile. In queste stanze venne ospitato anche il grande amico ed modello di Ludwig, il compositore Richard Wagner.

Tra le sale che mi hanno colpito maggiormente, c’è la cappella dove viene celebrata la Santa Messa ancora oggi (solo durante le domeniche e nei giorni festivi), con le armature del sedicesimo secolo; la camera da letto della regina, completamente in stile turco; la sala del cavaliere del cigno, dove si ritrovano dipinti inerenti la leggenda del Lohengrin, esattamente come a Neuschwanstein; la sala degli eroi, con dipinti raffiguranti la leggenda di Wilkina; la camera del Tasso, la camera da letto reale, con dipinti tratti dalla “Gerusalemme liberata” dell’italiano Torquato Tasso.L’arredamento originale è in tipico stile Biedermeier del XIX secolo.

Il castello è circondato da uno splendido parco, lo Schwanseepark, con alberi secolari come faggi e tassi. Dalla sua posizione si può godere di una vista meravigliosa: il castello troneggia infatti sul paese sottostante, con il lago Alpsee a fargli da contorno.


Prossima tappa: Wieskirche.

I Masai


I Masai sono una popolazione che vive nell’Africa orientale, tra il Kenia meridionale e la Tanzania. Sono una popolazione abbastanza bellicosa,molto avanzata nella costruzione di armi, tra cui scudi di cuoio, lance lunghe, spade corte.


Le loro caratteristiche fisiche sono l’elevata altezza e un bell’aspetto; si vestono con colori sgargianti e utilizzano parecchi monili, fatti a mano dalle donne della comunità


L’occupazione principale è quella della pastorizia, anche se oggi si stanno sviluppando forme di agricoltura in seguito alla fine del nomadismo. La loro abilità consiste nel sopravvivere all’ambiente poco ospitale della Rift Valley: spostandosi anche per diversi chilometri al giorno riescono a trovare pascoli e sorgenti d’acqua per i loro animali. Nella comunità dei Masai, l’importanza di un uomo è determinata soprattutto da quanto grande è la sua mandria. Una persona di alto livello possiede all’incirca mille animali.


La struttura sociale maschile è organizzata in classi di età molto rigide: ci sono i bambini, che diventano parte della comunità quando viene dato loro un nome; ci sono i ragazzi, che devono essere sottoposti al rito della circoncisione per poter diventare dei guerrieri; ci sono i guerrieri; infine ci sono gli anziani, che sono a capo di tutta la comunità. Si esprimono su fatti di tipo legale e sulla gestione degli affari del villaggio. Decidono quando formare un nuovo gruppo di iniziazione e educano i bambini alla disciplina e al rispetto. Per poter passare da un ruolo ad un altro è necessaria una rigida preparazione e l’esecuzione di particolari riti. I Masai cambiano nome ad ogni passaggio nelle varie fasi della vita.


Per quanto riguarda le donne, invece, non sono quasi mai libere di scegliere il proprio marito: il matrimonio viene infatti deciso dal padre ancora prima della loro nascita; l’uomo che diventerà il marito dovrà avere una quantità di bestiame tale da poter pagare il prezzo fissato dal padre della sposa. Inoltre, per poter essere prese in sposa, devono affrontare la mutilazione genitale, anche se vietata dalla legge. A differenza dell’uomo, che può sposare più di una donna, questa potrà avere un solo marito, a cui dovrà essere fedele per tutta la vita. Non hanno diritto nemmeno all’eredità del marito morto, poiché questa viene lasciata interamente agli eredi maschi.


La religione masai è di tipo monoteista: il loro dio è Enkai, una realtà complessa non sempre facile da interpretare. Esso può presentarsi sotto forma del dio rosso, di carattere cattivo, che porta il periodo della siccità, oppure sotto forma del dio nero, di carattere buono, che porta invece il periodo delle piogge. Oggi, però, la maggior parte di questo popolo è diventata cristiana in seguito all’opera di evangelizzazione dei missionari.


Le abitazioni sono chiamate enkang: ce n’è una per il capofamiglia, una per la prima moglie, una per la seconda moglie e infine quelle per i bambini, che dall’età di cinque anni iniziano a dormire da soli. Queste abitazioni sono tradizionalmente costruite dalle donne con rami ed erba intrecciati e rivestiti di letame. Il perimetro della casa è circondato da rami spinosi per proteggere gli abitanti e gli animali da attacchi di predatori esterni.

venerdì 13 febbraio 2009

Romantische Strasse: Neuschwanstein


La “Romantische Straβe”, o “Strada romantica”, è stata uno dei miei viaggi più belli in Germania.
Questo itinerario, che va da Füssen fino a Würzburg lungo un percorso di 360 km ricco di storia e di tradizioni della Baviera, è stato creato nel 1950 per attirare turisti in una zona fortemente compromessa dalla Seconda Guerra Mondiale. Oggi è uno delle “strade” più conosciute e più amate dai turisti.

La prima tappa in cui vorrei soffermarmi è quella dello Schloss Neuschwanstein, il castello di Neuschwanstein, conosciuto in tutto il mondo. E’ chiamato “il castello delle favole”, ha fatto da cornice a diversi film (tra cui “La bella addormentata nel bosco” di Walt Disney) ed è raffigurato su molti puzzle.

Il castello è aperto da aprile a settembre dalle 9 alle 18, mentre da ottobre a marzo dalle 10 alle 16. I biglietti si acquistano ai piedi del castello, ma le file sono veramente lunghissime: non fate come me, che sono arrivata all’ora di pranzo, e per poter prendere il ticket d’ingresso ho dovuto aspettare un’ora e mezza!! Conviene comunque prendere il biglietto cumulativo che permette di visitare anche il castello di Hohenschwangau, a mio avviso leggermente meno affascinante, ma comunque affascinante!!

Per accedere al castello c’è una lunga salita: può essere affrontata a piedi (40 minuti circa, ma dopo tutto il tempo passato in coda a prendere il biglietto, e tenendo conto che la visita dura parecchio, se non siete ben allenati rinunciate!), con un autobus oppure in quello che è il più romantico dei mezzi: una carrozza trainata da cavalli.

Il castello di Neuschwanstein venne fatto costruire dal re Ludwig II. Il nome trae origine da Lohengrin, il Cavaliere del Cigno, un’opera di Richard Wagner. Il castello può essere visto come una dedica al grande compositore: le sale sono piene di riferimenti alle opere dell’artista, come Tristano e Isotta, Parsifal, Tannhäuser…

L’atmosfera romantica si respira ovunque, ad esempio nel pavimento in mosaico realizzato con oltre due milioni di tessere, nella finta grotta con stalattiti e stalagmiti (molto realistica), nelle raffigurazioni delle leggende di Tristano e Isotta e di Sigfrido nelle porte della libreria… Tutte le sale sono decorate con dei motivi rifacenti a Wagner, ad eccezione della sala del trono, in stile bizantino.

Nonostante il Re fosse così legato a questo castello, vi trascorse poco tempo della sua vita. Bisogna anche dire che non ebbe modo di goderselo,, perché dopo essere stato dichiarato affetto da una forma di pazzia, morì affogato a 41 anni, in circostanze che non furono mai particolarmente chiare.

La superficie del castello si estende per 6000 m2 articolati su 4 piani. Numerose sono le torri che lo incorniciano. La vista che si vede dal castello è veramente meritevole: la posizione elevata offre una panoramica di una cascata, del lago sottostante e del castello di Hohenschwangau.


Prossima tappa: Hohenschwangau

giovedì 12 febbraio 2009

I Maori


I Maori sono una popolazione indigena polinesiana. Vivono soprattutto in Nuova Zelanda, dove arrivarono dalle isole Cook nel 900 d.C. grazie al navigatore Kupe. La parola Maori significa “normale”, ed è nata in contrapposizione agli inglesi, considerati gli invasori del loro territorio. I maori non sono mai riusciti a stabilire dei contatti pacifici con questo popolo, e soprattutto, sono riusciti a non farsi mai sottomettere, testimonianza della loro indole bellicosa e orgogliosa.

Le caratteristiche fisiche che li contraddistinguono sono l’altezza, la pelle bruno chiara e gli innumerevoli tatuaggi, sia sul volto che sul corpo. Il termine tatuaggio deriva dalla parola tahitiana “tatu”, che significa “decorazione della pelle”. I tatuaggi rappresentano un’antica tradizione di questo popolo, con cui riescono a creare delle vere e proprie opere d’arte. In lingua maori è “Ta Moko”, e viene utilizzato dai guerrieri per raccontare il proprio percorso di vita. Questi tatuaggi vengono effettuati con i metodi tradizionali, ossia pettine e rastrello.

I Maori hanno sviluppato un’enorme bravura nella scultura: le case di legno dove vivono, infatti, sono sempre decorate finemente, e le canoe da guerra sono sempre state abbellite dalle immagini degli antenati e delle divinità del mare, che si pensava potessero proteggere durante gli attacchi.

La società era divisa rigidamente in tre gruppi: la tribù, la sottotribù e la famiglia, e in tre classi: i capi, il popolo e gli schiavi. Tra le varie famiglie non sempre correva buon sangue, e gli scontri erano molto frequenti. Secondo il sistema delle classi sociali, il capo anziano doveva appartenere alle famiglie nobili. Dal punto di vista tradizionale, la società si basava su un’economia fatta di ciò che la natura offriva: caccia, pesca e raccolta. Il matrimonio, fino a qualche periodo fa, non esisteva, ma ci si basava sulle cosiddette “famiglie di fatto”.