domenica 15 marzo 2009

I Mapuche

Molte grandi civiltà precolombiane, come i Maya e gli Inca, non sopravvissero alla conquista spagnola. Un popolo di pescatori, cacciatori e ortolani riuscì invece a difendere per quasi quattro secoli la propria libertà, dando vita all’unica nazione india che sia esistita dopo il 1492: si parla del popolo dei Mapuche, che vive ancora oggi nel Cile centrale.

Il termine “mapuche” deriva da “mapu”, che significa “terra”. I Mapuche sono quindi la “gente della terra”.

Gli studiosi non sono ancora riusciti a risalire esattamente all’origine di questo popolo, ma si pensa esistessero già 15.000 anni fa e che abbiano anche sangue polinesiano.

Prima dell’arrivo degli spagnoli si sa ben poco di quali fossero i loro usi e i loro costumi, poiché la maggior parte delle tracce dei loro insediamenti si sono cancellate. Non si pensa comunque che avessero sviluppato una civiltà stanziale, ma che fossero un popolo seminomade. La gente più stabile era quella che abitava lungo la costa, poiché il mare continuava a fornire gli alimenti per poter sopravvivere.

In passato la società era formata da una sorta di federazione in cui, in tempo di guerra, uno dei cacicchi (i capi del villaggio), veniva investito di poteri più ampi. I tempi di guerra erano particolarmente frequenti, poiché i Mapuche erano un popolo bellicoso che spesso entrava in conflitto con i popoli confinanti per procurarsi strumenti, donne e soprattutto nuova terra.

Nei secoli passati la tipica abitazione dei Mapuche era costituita da una capanna di paglia e di fango; quelle odierne sono fatte in muratura con i tetti in lamiera e i pavimenti di mattoni.

Oggi resta molto poco di quello che fu il libero Stato dei Mapuche, al centro del Cile, tra il fiume Bio Bio e la baia di Reloncavi. Il popolo mapuche è stato svilito e disperso; la sua terra divisa e lottizzata; le sue memorie restano vive solo in pochi musei. Forse restano solo centomila ettari di terra che conservano il ricordo dell’antica gente mapuche.

Tra i Mapuche è sempre stato molto forte il senso del soprannaturale. Oggi in ogni villaggio c’è quasi sempre una chiesa nella quale i Mapuche, in gran parte convertiti al cristianesimo, si riuniscono per le funzioni. Nonostante questo alcuni strumenti, simboli e pratiche degli antichi riti continuano a sopravvivere. Ancora oggi nei villaggi esiste il “machi”, che spesso è una donna: lo stregone che tutti gli abitanti ascoltano e rispettano. Prima che possa esercitare pienamente le sue funzioni, che vengono riconosciute già in tenera età, bisogna che sottostia ad un apprendistato presso altri stregoni di fama, dopodiché verrà nominato presso una cerimonia ed entrerà in possesso di pieni poteri. I Mapuche sostengono che non debba lavorare per guadagnarsi da vivere, quindi viene servito e mantenuto.

I Mapuche si sostengono grazie all’agricoltura e all’allevamento di bestiame, ma anche grazie alla pesca, che è molto abbondante. Alcune pratiche passate sono state mantenute, come ad esempio la pulitura del grano che viene ancora fatta, in certe zone, con gli zoccoli dei cavalli. Gli animali più apprezzati sono le pecore, perché danno una lana particolarmente resistente per creare poncho e tappeti.

Nessun commento:

Posta un commento